HUMUS


Non dovremmo dare molta importanza alla vita. Bisognerebbe trascorrerla nell’assoluta immobilità. Aspettare pazientemente la decomposizione del proprio corpo. Sperando di non puzzare troppo. Sarebbe la migliore risposta alla mancata spiegazione della nostra esistenza. Non so perché sono nato. Perché vivo. Non l’ho chiesto io. Chi mi obbliga ad alzarmi ogni mattina e sopportare gli altri? La vita è inganno. Da qualche parte qualcuno sta ridendo di tutti noi. D i quelli che partono da Genova per raggiungere Milano e di quelli che, alla stessa ora dello stesso giorno, partono da Milano per raggiungere Genova. Non è questa la più eclatante dimostrazione dell’assurdità della vita? Certamente i due viaggiatori avranno un valido motivo per affrontare il loro viaggio. Ma perché?

Perché colui che vive a Genova deve aver bisogno di spostarsi fino a Milano e colui che ha il vantaggio di trovarsi già lì è costretto, per altre ragioni, a spingersi fino a Genova, con tutti i rischi che ciò comporta?

Il movimento è la nostra condanna. Finché ci muoveremo saremo lo spettacolo sanguinolento di chi ci osserva, da qualche parte. Dando troppo importanza alla nostra vita, ci creiamo tanti falsi bisogni che ci costringono a muoverci come fuchi impazziti in un alveare. Se stessimo fermi, immobili, dove ci troviamo, con l’unico desiderio di riconvertirci in humus, nessuno riderebbe più di noi. Forse Qualcuno si deciderebbe a venire, Lui, a chiedere a noi il perché; a pagare, Lui, per il Suo peccato originale e non riderà più di noi.

 

Che sia Dio, Satana o l’Invisibile Unicorno Rosa.