La tradizione è piuttosto antica e se ne hanno testimonianze in
Celso, che nel suo Discorso Veritiero, volto a screditare la nuova religione
cristiana, tira fuori questa vecchia storia: “Di essere nato da una vergine te
lo sei inventato tu, Gesù”, spiega. “In realtà sei nato in un villaggio della
Giudea, da una donna del luogo, una povera filatrice a giornata. Fu scacciata
dal marito, un carpentiere, per comprovato adulterio. Dopo il ripudio, fu
ridotta a vagabondare per il Paese e, in gran segreto, ti partorì”. Versione
molto diversa da quella del presepio.
Ma non è finita. “A causa della tua povertà, hai lavorato come
salariato in Egitto, dove sei diventato esperto di alcuni poteri, di cui vanno
fieri gli egiziani. Poi sei tornato e, reso superbo proprio da questi poteri,
ti sei proclamato figlio di Dio”. Ricapitolando, “Tua madre, fu scacciata dal
falegname, che l’aveva chiesta in moglie, perché colpevole di adulterio e fu
resa incinta da un soldato di nome Pantera”.
Non c’è solo Celso a dirlo. Altre tracce di questa tradizione si trovano nel Talmud (dove però ha un altro nome, Stadha) e, in un certo senso, anche nell’archeologia. Il ritrovamento a Bingen, in Germania, di una lapide romana intitolata a Tiberio Giulio Abdes Pantera, nato a Sidone (attuale Libano) e morto a 62 anni nel 40 d.C., dopo 40 anni di onorato servizio come vessillifero tra gli arcieri romani, sembra una conferma. Non di tutta la storia, certo. Ma almeno del fatto che, in quell’epoca e in quella zona, c’era almeno un soldato romano che si chiamava Pantera. (Linkiesta.it)
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