Nel 1539 comparve a Lisbona un legato del papa, venuto, diceva, per stabilire la Santa Inquisizione su fondamenta incrollabili. Egli reca a re Giovanni III lettere di papa Paolo III. Aveva anche altre lettere di Roma per i principali personaggi della corte; le sue patenti di legato erano debitamente sigillate e firmate; egli mostrò di detenere i più ampi poteri di nominare un grande inquisitore e tutti i giudici del Sant’Uffizio. Si trattava di un truffatore, di nome Saavedra, che sapeva contraffare tutte le scritture, fabbricare e applicare falsi sigilli e falsi bolli. Aveva imparato questo mestiere a Roma e si era perfezionato a Siviglia, da dove arrivava con altri due furfanti. Il suo seguito era magnifico: aveva al suo servizio più di centoventi domestici. Per sovvenire a quest’enorme spesa, lui e i suoi due confidenti si erano fatti prestare a Siviglia somme ingenti a nome della camera apostolica di Roma. Tutto era concertato col più abbagliante artificio.
Sulle prime il re del Portogallo restò stupito che il papa gli inviasse un legato a latere senza averlo prevenuto. Il legato rispose fieramente che in una cosa di tale urgenza, come l’istituzione stabile dell’Inquisizione, Sua Santità non poteva tollerare indugi, e che il re doveva sentirsi abbastanza onorato che il primo corriere che gliene portava notizia fosse un legato del Santo Padre. Il re non osò replicare. Il legato, il giorno stesso, nominò un grande inquisitore, mandò dappertutto a riscuotere decime e, prima che la corte potesse avere risposta da Roma, aveva già fatto bruciare duecento persone e raccolto più di duecentomila scudi.
Frattanto, il marchese di Villanova, un nobile spagnolo da cui il legato si era fatto prestare a Siviglia una somma assai ragguardevole su dei biglietti falsi, ebbe l’ottima idea di pagarsi con le sue mani, invece di andare a compromettersi con quel truffatore a Lisbona. Il legato stava allora facendo il suo giro sui confini della Spagna. L’altro lo raggiunge con cinquanta uomini armati, lo cattura e lo conduce a Madrid.
La truffa fu presto scoperta a Lisbona; il consiglio di Madrid condannò il legato Saavedra alla frusta e a dieci anni di galera; ma l’incredibile fu che in seguito papa Paolo IV confermò tutto quello che aveva dichiarato quell’uomo infame: con la pienezza dei suoi poteri divini rettificò tutte le piccole irregolarità di procedura e rese sacro quel che era stato puramente umano.
Qu’importe de quel bras Dieu daigne se servir?
Ecco come l’Inquisizione si stabilì a Lisbona, e tutto il regno ammirò la Provvidenza.
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