L’uomo semplice non ama la democrazia.
Sa che non sarà mai lui a decidere veramente, ma sempre
qualche opportunista per i propri interessi. L’uomo semplice non vuole
affrontare i problemi della società, anche se sono anche i suoi.
Ha già troppo altro da fare. Vuole che altri pensino per
lui.
Vuole affidare ad altri questo peso, sperando di riporre
bene la sua fiducia e non rimanerne deluso.
Per questo all’uomo semplice non piace che siano molti,
questi altri che dovrebbero pensare per lui.
Vuole sapere chi sono, che faccia hanno. Quindi meno sono e
meglio è. Se è uno solo meglio ancora.
Saprà esattamente chi bestemmiare se sarà tradito.
Gli uomini semplici vogliono il Papa Buono, il Tiranno
Illuminato, il Conquistatore, l’Eroe, il Dio.
Vogliono Alessandro il Grande, Giulio Cesare, Napoleone.
Hanno votato per Mussolini, per Hitler, per Trump. Il popolo
vuole gridare “Viva il Re”.
Gridare “Viva Gentiloni”, “Viva il Parlamento”, non produce lo stesso effetto.
L’uomo semplice vuole le cose semplici.
Preferisce sapere
esattamente chi deve ringraziare e chi deve insultare per ciò che accade nella
sua vita. Meglio ancora se questo “uno” è irraggiungibile e silenzioso. Il
dittatore lo si può sempre uccidere.
E poi? A chi chiedere il pane? A chi chiedere il conto?
Meglio un Dio eternamente disponibile per le nostre
preghiere e per i nostri insulti.
La bestemmia è una preghiera critica, magari volgare, ma è
l’arrabbiatura dell’uomo semplice.
Di chi non possiede il lessico forbito dell’ipocrita.
Il vero bestemmiatore è il credente che alza la testa e
vuole dire la sua.
E’ il tesserato che al Congresso del Partito sputa in faccia al Segretario.
E’, lui sì, democrazia.
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