Credevo
in Dio sulla fiducia. Credo nella scienza sulla fiducia. Non sono in grado di
verificare autonomamente se ciò che mi dicono gli scienziati sia vero, ma
accetto ciò che è comunemente accettato come VERO. Posso fare altrimenti? No.
Non ho scelta.
O
forse sì.
Potrei
pensare solo alla sintesi di ciò che mi dice la scienza, ignorando le
spiegazioni che portano a tale conclusione. Se io non avessi mai sentito
parlare delle leggi della natura, del big bang, dell’energia che si trasforma
in materia, del tempo come conseguenza variabile e relativa dello spazio, della
forza di gravità, delle onde elettromagnetiche e di quanto altro la scienza
della fisica m’insegna, le cose starebbero così:
Viviamo
su una palla di terra che ruota su se stessa, da sempre e, nello stesso tempo,
ruota attorno ad altre palle di terra. Quello che è più stupefacente è che
queste palle, compresa quella sulla quale camminiamo ogni giorno, non sono
attaccate o appoggiate a nulla. E noi ci muoviamo senza precipitare nel vuoto.
Detta così, non vi sembra una cosa assurda e
non credibile?
Ancora
più fantasiosa e improbabile della storiella della Creazione Divina?
Personalmente
ritengo che l’ipotesi che un essere umano sia derivato naturalmente
da una scimmia mi sembra altrettanto ridicola della favola di Adamo ed Eva.
A
cosa dobbiamo credere allora? Qual è la verità?
E
se invece accettassimo l’immanente senza farci altre domande inutili?
Non
importa se fuori dalla NOSTRA realtà esiste una VERA realtà, inconoscibile dal
nostro punto di osservazione. Perché noi, là fuori, non ci andremo mai.
L’essere umano inizia e finisce qui.
Come
gli alberi, le foglie e il nostro gatto.
La
realtà delle formiche è la realtà delle formiche. Poco importa a loro conoscere
se quel veleno che pone fine alla loro esistenza sia una punizione divina o un
insetticida.
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