LA REALTA' OGGETTIVA


Nella vita ordinaria la solidità del mondo non viene mai messa in discussione. Se tocco qualcosa avverto una pressione, eppure questa sensazione appartiene esclusivamente al mio cervello che la traduce nel senso del tatto.
Tuttavia, la consistenza degli oggetti è data solo dal fatto che ogni atomo possiede degli elettroni carichi negativamente al suo strato più esterno. Le cariche elettriche dello stesso segno si respingono, quindi gli elettroni dell'oggetto respingono quelli della parte del corpo con cui vengono in contatto. Se così non fosse, ad esempio, toccando un muro la mia mano affonderebbe nell'oggetto come fosse sabbia.
Ciò che percepiamo come realtà è un processo che coinvolge la nostra coscienza e le meccaniche percettive dei veicolo biologico che ci permette di fare esperienza in questa dimensione.
Il comportamento delle particelle subatomiche, e per estensione di tutta la materia, senza una coscienza percipiente o un'attrezzatura di rilevamento i cui risultati sono comunque passati al vaglio di un osservatore, rimangono in uno stato indeterminato di probabilità o persistono in uno stato oggettivo? La meccanica quantistica sostiene l'idea che una particella fisica, o quanto di luce, esista soltanto in uno stato sfocato di probabilità, finché la sua funzione d'onda collassa in occasione di un atto di osservazione da cui assumerà un'esistenza determinata.
Ma esiste davvero un universo separato oggettivo là fuori? E fuori dove?

 

NICOLETTA LUI