LAZZARO L'EPILETTICO


L'amico del Rabbì, Lazzaro di Bethania, giaceva nel suo letto gravemente infermo e le sorelle di lui, Marta e Maria, lo mandavano a chiamare per venirlo a guarire. Lazzaro era epilettico. Ma questa volta la malattia si era pericolosamente complicata. Dopo l'attacco, Lazzaro era restato rigido e freddo come una barra di ferro, colpito da catalessia. Il Rabbì aveva molta influenza su Lazzaro. Sarebbe bastata una carezza della sua mano amica, o semplicemente il suo sguardo profondo e affettuoso, per far sì che Lazzaro sentisse sollievo alle sue sofferenze e si addormentasse. Lazzaro peggiorava. Il giorno stesso in cui noi lasciavamo il Giordano per risalire a Gerusalemme, ebbe una crisi fulminante, dopo la quale le sue membra s'irrigidirono, la respirazione cessò, la sua pelle si raggelò e i suoi occhi divennero vitrei.

Le due sorelle lo credettero morto. Trovandosi dunque sole con quel cadavere, stanche di quel vivente collerico, inquieto, rabbioso, irritabile, egoista come tutti gli ammalati, si affrettarono a sbarazzarsene. Avevano vicino alla loro casa una grotta, che poteva servire al bisogno da cantina, da stalla, o da sepolcro, protetta contro le intrusioni dei cani e delle bestie feroci da una pietra appoggiata alla sua entrata. Marta e Maria avvolsero il loro fratello in un sudario e lo deposero in quel luogo. Maria raccontò a Gesù altri particolari della malattia, altri sintomi della morte. Lui volle vedere, e si diresse verso la grotta. Intravedeva in questa faccenda un'occasione di attestarsi in maniera strepitosa come figlio di Dio, a causa del popolo che lo circondava, e che poteva crederlo inviato da Dio. La pietra della porta tirata da parte, videro Lazzaro coricato, la testa verso l'apertura. Il Rabbì allungò la mano sopra di lui, la tenne a lungo su quella testa e su quel petto, poi pregò, gli occhi rivolti al cielo. Infine, esclamò:

— Grazie, Padre! tu mi hai ascoltato.

Poi, rivolgendosi a Lazzaro, gli gridò con voce possente:

— Lazzaro, alzati e vieni fuori.

Lazzaro si alzò come dal suo letto, senza dare alcun segno di stupore né di riconoscenza, e rientrò tranquillamente in casa. I suoi amici, che lo avevano creduto morto, portarono a Gerusalemme la notizia che il Rabbì di Nazareth l'aveva resuscitato.

(Memorie di Giuda)