LE AVVENTURE DI ABRAMO 3


Abramo, appena tornato in Cananea, assistette ad una furiosa lite tra pastori a proposito di certi pascoli. Stanco di vedere la gente scannarsi per nulla decise di ritirarsi sulle montagne, lasciando il resto del territorio al figlio Lot che si stabilì vicino a Sodoma, una città della quale si diceva un gran bene per come la gente sapesse divertirsi e godersi la vita senza problemi.

Forse proprio per questo motivo, gli invidiosi assiri, decisero, un giorno, di rompere le scatole ai Sodomiti muovendogli contro in guerra.  Lot, che, come abbiamo detto, abitava vicino a Sodoma e, di tanto in tanto, un giretto lì se lo faceva, aveva preso in simpatia quei gaudenti e decise di andare in loro soccorso. La stessa cosa fece suo padre Abramo che andò a combattere al loro fianco e riuscì a sconfiggerli radunando intorno a sé un esercito composto da  trecentodiciotto suoi servi e solo tre amici, a dimostrazione del fatto che, nel momento del bisogno, è meglio non fare affidamento su questi ultimi.

I Sodomiti offrirono una generosa ad Abramo per l’aiuto ricevuto, ma lui rifiutò. Allora Dio gli disse:

“Su, Abramo, accettala, te la sei guadagnata massacrando quegli infedeli”

E Abramo rispose:

“E che me ne faccio della ricchezza se non ho nessuno a cui lasciarla?”

Dio allora promise ad Abramo la nascita di un figlio e il vecchio patriarca offrì in sacrificio a Dio una vacca, una capra, un montone, una tortora e una colomba. Dio gli ordinò di tagliarli a metà, salvo gli uccelli. Abramo comprese allora che a Dio piaceva vedere scorrere il sangue. Mentre si apprestava al macello, una voce divina gli annunciò che i suoi discendenti sarebbero stati oppressi dagli Egiziani per quattrocento anni, ma poi avrebbero sconfitto i nemici e conquistato la terra dei Cananei.

Abramo sospirò e pensò che avrebbe preferito non saperlo, perché lui mica sarebbe scampato così a lungo!

Prima di esaudire il desiderio di Abramo, Dio, che evidentemente si divertiva un mondo con lui e la sua famiglia, ordinò alla moglie Sara di dare a suo marito la sua ancella egiziana Agar, affinché da lei avesse figli.

“Si può essere così crudeli?” Pensò Sara che, già depressa per non poter avere figli, riceveva un ordine simile da Dio. Tuttavia non esitò ad ubbidire e da Abramo e Agar nacque Ismaele.

Un bel giorno si presentarono a casa di Abramo tre uomini molto belli che il patriarca non aveva mai visto prima. Vuoi non farli entrare e ospitarli ordinando di scannare subito un vitello in loro onore? Gli uomini rivelarono poi di essere tre angeli in incognito e uno di loro, dopo avere chiesto ad Abramo dove si trovasse sua moglie Sara lo rassicurò che presto sarebbe diventata madre e si appartò con lei chiedendo di non essere disturbato. La donna si schernì dicendo all’angelo:

“Ma io ho ottant’anni!”

L’angelo la rassicurò con queste parole:

“Non preoccuparti, per me che sono eterno, tu sei ancora una ragazzina!”