NIENT'ALTRO CHE LA VERITA'


Ho deciso di dirtela, la verità, amico mio. Sono stanco di vederti penare alla ricerca di una risposta che non trovi. Il tuo desiderio di conoscenza è più che legittimo. Ogni persona che non ha mai conosciuto i suoi genitori vorrebbe conoscerli. Sa benissimo che il rischio di essere delusa è grande ma preferisce una cattiva notizia al non sapere. Tutti conosciamo il detto nessuna nuova buona nuova eppure ci è così difficile ignorare di ignorare. Così è giusto, amico mio, che tu voglia sapere chi ti ha creato. Io lo so, l’ho sempre saputo e te le dirò. Sappi che non sarà una risposta consolatoria e neppure definitiva. Quindi non farti illusioni. C’è un motivo preciso che mi spinge a fare ciò che, senza dubbio, è un errore. Dopo che avrai saputo, capirai.

La prima cosa che devi sapere è che io non sono completamente umano. Nessuno lo è. Neppure tu.

Io e molti altri come me, discendono da quella razza che, centinaia di migliaia di anni fa, fece l’esperimento.

Scelse la scimmia più adatta e impiantò in lei il due per cento del suo Dna. Quella scimmia si trasformò in ciò che tu sei ora. Un uomo. Le altre scimmie, come tu stesso puoi constatare, sono rimaste tali.

Oggi gli uomini dicono che il loro Dna differisce da quello di alcuni primati solamente per il due per cento, ma non è esatto. Quel due per cento non è umano. Appartiene a quella razza. L’uomo è un ibrido, un meticcio, un incrocio. Il risultato dell’esperimento.

Ti starai chiedendo chi sono io e perché so queste cose. Io, caro amico, non sono un alieno. Nessuno, su questa terra lo è. Neppure io. Io sono un uomo esattamente come lo sei tu. Un ibrido come te.

Non chiedermi qual è quella razza da cui entrambi deriviamo. Non ha importanza. E’ probabile che, nell’universo, ne esistano un numero infinito. Non chiedermi neppure perché fece quell’esperimento. Ciò che devi sapere è che, dopo aver creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, si innamorò di lui. Si accoppiò e moltiplicò in modo naturale gli umani. Vuoi sapere perché io conosco la verità e tu no? Perché un mio lontano antenato era di quella razza e si accoppiò con una donna umana. Tu invece hai solo antenati umani. A me, come agli altri miei simili, la storia è stata tramandata oralmente con il divieto assoluto di farla conoscere agli umani cosiddetti “puri” come te. Non per senso di superiorità, credimi, ma per il vostro bene. Per questo, come ti dicevo, sto sbagliando. Quella razza vi ama ed è per grande compassione verso di voi che vi nasconde la verità. Forse anche per senso di colpa. Perché, ad un certo punto, il punto più triste di questa storia, vi ha dovuto abbandonare. Sì, abbandonare. I vostri creatori, che un po’ sono anche i miei, erano qui con voi, su questa terra. Ma un giorno hanno dovuto tornarsene a casa. Il vostro Dio se ne è tornato nell’alto dei cieli. Non si è dimenticato di voi, ma non può più fare nulla per voi. Perché non è il Dio che tutti vorrebbero. E’ soltanto il vostro creatore. L’autore dell’esperimento. La storia che conoscete voi è puro romanticismo consolatorio. Io penso, però, che l’umanità non possa credere in eterno a Babbo Natale.

Pensa ancora, amico mio, a chi non ha mai conosciuto i suoi genitori. La cosa più bella che può immaginare è che il suo papà e la sua mamma siano comunque da qualche parte, che li amino comunque e che comunque li possano aiutare. Solo questo li può auto-consolare. Pensa alla vita difficile che facciamo e alla paura che, nonostante tutto, abbiamo di lasciarla. La cosa più bella che un uomo può immaginare è che, dopo questa, ci sia un’altra vita molto più bella.

L’altra razza, il vostro vero Dio, ha preferito lasciarvi credere questo. Per compassione.

Io, per lo stesso motivo, ho deciso di trasgredire. Di darti la conoscenza.

Sarò anch’io punito come il serpente del paradiso terrestre? Non lo so. Dipenderà forse dalla tua decisione di credere o no a quello che ora sai. Ma prima che il mio destino si compia voglio che si sappia il vero motivo per cui ti ho rivelato la verità. Io discendo dalla razza che fece l’esperimento, che mischiandosi geneticamente all’ibrido da lei creata in laboratorio, ha fatto di me un uomo come te.

Ma ora, da questa terra, anch’io rivolgo il mio sguardo al cielo e chiedo:

“Chi ha creato quella razza?”

“Chi ha creato lo scimmione e tutti quegli altri esseri viventi che l’uomo ha chiamato “animali” e che già esistevano prima di lui?”

“E’ forse stato l’esperimento di laboratorio di un’altra razza a creare la razza che ha creato l’uomo?”

“Non sta, senza dubbio, arrivando anche l’uomo a riprodursi in laboratorio a sua immagine e somiglianza?”

“Se, un giorno, l’uomo riuscirà a dotare i suoi robot di una coscienza e un altro giorno ancora li abbandonerà su questo pianeta, quali domande si faranno le macchine pensanti? Scambieranno l’uomo per Dio e l’uomo, sentendosi in colpa, glielo lascerà credere?”

Sappiamo ormai che il Dio, quello buono e onnipotente, è solo il super-eroe della nostra fantasia. Ma il vero Dio esiste? Gli uomini, in quanto costruttori di cose, danno per scontato che se una cosa esiste è perché qualcuno l’ha costruita. Ma se non fosse così? Se tutto ciò che esiste ora fosse solo la conseguenza di un fortuito abbraccio tra due atomi?

Io, caro amico, ti ho raccontato la tua vera storia. Ora vorrei che quei due atomi raccontassero a me che cosa è veramente accaduto, se è davvero accaduto.

 

Parlino ora o tacciano per sempre.