Non è vero che Pilato
se ne lavò le mani, essendo quella una pratica giudaica, non romana e un
prefetto romano tutto d’un pezzo come fu Pilato non lo avrebbe mai fatto: era
un uomo d’armi che poco stimava la cultura ebraica, lo sappiamo perché durante
la sua carriera in Giudea questo atteggiamento lo mise spesso nei guai.
Possiamo essere certi che in fondo li considerasse tutti dei pazzi furiosi e
degli scocciatori.
Per quanto riguarda Gesù, dall’analisi del dialogo con Pilato si intuisce che
egli non voleva difendersi, e non accettò alcun compromesso offertogli dai
sacerdoti ebrei, né si prestò ai ripetuti tentativi messi in atto da Pilato per
liberarlo. Il prefetto fu certamente impressionato da Gesù, dal suo contegno
quieto e rassegnato, e per questo cercò in tutti i modi possibili, esponendosi
anche di persona, di liberarlo, prima proponendo ai sacerdoti ebraici uno
scambio con un pericoloso terrorista, come Barabba e fu molto sorpreso quando
insistettero a volerlo far crocifiggere. Come spesso accadde, Pilato non aveva
capito perché il sinedrio disprezzava tanto Gesù. Improvvisamente, questi gli
rivelarono il vero motivo di tanto odio: gli dissero che doveva morire perché
si era fatto “figlio di Dio”.
Giovanni racconta che nell’udire le loro parole ne fu spaventatissimo. Quello spavento era forse una forma di
profondo stupore, da mettere in relazione con la figura magnetica di Gesù, che
già doveva aver impressionato il funzionario romano. Pilato deve aver avvertito
un brivido freddo corrergli lungo la spina dorsale e solo in quel momento ebbe
la chiara impressione che quello non era uno dei soliti processi che era
abituato a tenere, ma aveva fra le mani qualcosa di molto diverso, di ignoto e
di misterioso. Sappiamo che Gesù aveva una personalità magnetica e un carisma
che impressionava tutti.
Giovanni scrive che Pilato stava per rilasciarlo ma fu minacciato dai giudei, i
quali gli dissero che chi si fa re è nemico di Cesare. Pilato, allora, permise
a Giuseppe d’Arimatea d’occuparsi del corpo di Gesù e, per dispetto, fece
scrivere l’insegna con scritto “Gesù nazareno re dei giudei” da porre sulla
croce, e non lo fece per schernirlo come si dice ma per concedergli un onore postumo.
Infatti, i sacerdoti protestarono per quella insegna, ma Pilato li fece
allontanare e non gli diede retta. (Aldo Schiavone)
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