Un
giorno, uno scienziato che voleva dimostrare la non esistenza di Dio, ricreò,
all’interno di una provetta del suo laboratorio, l’intero universo, compreso il
pianeta Terra e gli esseri umani. La sua intenzione era di far sapere ai
mini-uomini com’erano stati da lui creati, per evitare che credessero di essere
figli di un Dio che li amasse. Non ebbe mai il coraggio di farlo perché si rese
conto che la verità sarebbe stata davvero troppo crudele. Inviò quindi, egli stesso, dei falsi messaggi
divini e lasciò che le sue creature si consolassero inventandosi religioni.
La
notte stessa, lo scienziato fu colto da un atroce dubbio. Anche lui, i suoi
simili e l’universo in cui viveva, forse erano stati a sua volta creati da un
altro scienziato che, preso dal suo stesso scrupolo, evitava di far conoscere
la verità alle sue creature, lasciando loro la libertà di crearsi falsi Dei!
A
sua volta, anche questo scienziato poteva essere stato creato da un altro
scienziato che voleva dimostrare che non era necessaria l’esistenza di un Dio.
Questa cosa poteva continuare all’infinito ma un inizio doveva pure esserci!
Era nato prima l’uovo o la gallina? L’uomo creato o l’uomo creatore?
Lo
scienziato rischiò di impazzire e si salvò convincendosi che all’inizio non
poteva che esserci Dio.
Il
suo desiderio di negare l’esistenza di Dio lo aveva portato al risultato
contrario. Ora anche lui credeva in Dio. Non per fede, ma per porre fine a una
ricerca che non lo stava portando da nessuna parte.
Forse
la fede è solo un espediente che il nostro cervello utilizza per evitare di
impazzire.
Lo
scienziato era una specie di Dio relativo che si domandava da chi era stato a
sua volta creato.
Ecco
perché nell’universo, tutto gira intorno a se stesso.
Tutto
ritorna puntualmente al punto di partenza. Nessun corpo celeste si sposta da un
punto A a un punto B. Tutto ruota intorno al nulla.
Forse
Dio esiste davvero. Siamo noi che non esistiamo, ma siamo solo il frutto della
sua immaginazione.
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